LE NOSTRE ORIGINI

Il dilagare in val sabbia del fenomeno della tossicodipendenza ha mobilitato nel 1981 intorno all’oratorio un gruppo di genitori che costituitesi in FAMIGLIA APERTA hanno iniziato a dibattere il difficile problema.
Il dibattito protrattosi per ben tre anni convinceva i partecipanti della necessità che il gruppo famiglia aperta doveva promuovere una struttura riconosciuta che consentisse di svolgere in modo organizzato un’attività a favore dei giovani ex tossicodipendenti ed altri bisognosi ed emarginati.
I contatti presi con l’unione provinciale delle cooperative in merito all’argomento e la presenza di esperti dell’unione nel dibattito all’interno del gruppo famiglia aperta convinceva dell’opportunità di costituirsi in cooperativa.
Il 1984 infatti è stato l’anno in cui in collaborazione con l’unione provinciale delle cooperative si è sviluppato il dibattito sulle elaborazione dello statuto della costituente cooperativa.
Parte significativa dello statuto il 4 comma dell’art. 4 che recita: la cooperativa si propone di svolgere in modo organizzato e senza fini di lucro una attività finalizzata al recupero ed alla qualificazione umana morale culturale professionale nonché all’inserimento sociale e lavorativo di persone che si trovino in stato di bisogno Handicap ed emarginazione.
La costituzione della cooperativa avvenne infatti il 10/12/1984 con rogito del notaio Tommaso Pietro Boni e venne denominata Cooperativa di solidarietà ai RUCC e Dintorni con un consiglio di amministrazione composto di n° 7 membri.
Prima attività del consiglio fu il reperimento di un fabbricato che potesse diventare sede della comunità di recupero e l’opportunità prese corpo dopo un incontro con la parrocchia di Vobarno proprietaria di un fondo nella zona Ronchi su cui sorgeva un vecchio fabbricato da ristrutturare.
Dopo la stipulazione di un contratto d’affitto, novennale rinnovabile, nell’agosto del 1985 iniziarono i lavori di ristrutturazione del vecchio fabbricato del beneficio parrocchiale.
I lavori vennero eseguiti completamente dai volontari della cooperativa, da alcuni alpini, dai giovani della comunità e da altri vobarnesi sensibili e con l’aiuto indispensabile, nella fornitura di materiali, di ditte vobarnesi, valligiane ed altre. 
Dall’agosto 1985 continuarono ininterrottamente, ogni sabato, qualche domenica ed alcuni giorni della settimana i lavori di ristrutturazione del fabbricato che terminarono nel dicembre 1988 con altre 5000 ore di lavoro.
Negli anni 1985/88 i giovani della comunità erano alloggiati presso l’oratorio e svolgevano attività lavorativa di allevamento del bestiame in diverse stalle concessagli gratuitamente ma dislocate a notevole distanza l’una dall’altra e quindi con notevoli difficoltà logistiche e costi elevati.
Dopo i primi mesi di studio e di indagine, il gruppo ha iniziato un opera di recupero costituendo una Comunità Terapeutica che accoglieva i giovani tossicodipendenti di altri paesi, in appoggio ad altre Comunità della provincia.
Tale Comunità trovava appunto la sua sede presso l’oratorio di Vobarno seguita dal sacerdote, da un volontario a tempo pieno e da un obbiettore in servizio civile per l’attività lavorativa presso famiglie della zona, per vari appalti di lavoro a livello famigliare e per l’attività culturale e occupazionale del tempo libero.


…per ricordare il passato 

e sognare il futuro

Trent’anni di vita: troppo poco per una cooperativa che non può così vantare tradizioni secolari e cimeli storici.
Eppure, in trent’anni tante cose possono cambiare: un piccolo seme può diventare un grande albero e anche un gruppo di persone, guardandosi indietro, può sempre dire: “Però! Un po’ di strada l’abbiamo fatta!”
Tanti tra noi ricordano certamente gli inizi di questo cammino: quando alcuni giovani “normali”, ma un po’ “pazzi” accolsero i primi giovani “in difficoltà” presso l’abitazione del curato vivendo con poche lire e tanta carità; quando colmi di buona volontà con alcuni volontari si intraprese l’opera della costruzione della casa della comunità “Ai Rucc” e delle strutture per l’attività lavorativa, contribuendo nelle più svariate forme al loro sorgere.
Oggi ricordiamo questi inizi, facendo festa e guardandoci un po’ più in profondità.
Scopriremo allora che, nonostante tanti limiti, incoerenze, fragilità e soste, sono stati fatti grossi passi: in opere materiali, in mille iniziative, in piccoli grandi gesti di generosità in oratorio, nella casa della carità zonale, nelle varie chiese fino ai campesinos in Venezuela e agli indios in Guatemala.
La grande passione per ogni uomo, per la sua vita, per la verità nascosta anche sotto le macerie di scelte sbagliate hanno permesso gioia e meraviglia per la vita che vince sulle schiavitù, sull’indifferenza e sulla morte, a dispetto del grigiore dei giorni.
Di tutto e tutti vogliamo ringraziare il Signore.
Perchè Lui che ci ha voluti, ci tiene insieme, ci accompagna quotidianamente.
E perchè il ricordo non sia solo folclore, abbiamo voluto collegarlo con un progetto preciso: celebrare un anniversario per ricordare il passato e sognare il futuro, riscoprendo l’identikit del nostro esserci: i volti i cuori e le sue mani a servizio dei valori di ieri e oggi: la solidarietà “pensata alla grande” (cioè seria, impegnativa concreta); la fraternità che deve unire sempre di più, al di là di tutto ciò che in qualche modo, giustamente o no, potrebbe dividere, nella condivisione di ciò che siamo e abbiamo.
L’augurio è che possiamo continuare a essere nella storia una presenza di benedizione, con la decisione di tenere la mano disarmata perchè non si ha nulla da conquistare, aperta perchè disponibile al dialogo, vuota perchè bisognosa di ricevere Dio e l’uomo.
Ancora tante cose belle! Con affetto grande

don Raffaele

 


“Testimonianza di un utente”

Ho camminato per molto tempo su un sentiero lastricato solo di buio ipocrisia e falsità.
Non avevo quasi più speranze solo molti dubbi.
Mi sono lasciato andare in un vortice di annullamento della mia persona sempre più grande trascinando con me gente e amici.
Un giorno però mi sono detto:
“BASTA!!! Così non può continuare”
E piano piano ho cominciato a riscoprire il valore delle piccole cose che mi circondavano.
Ho scoperto quanto può far bene un sorriso, il soffio del vento nei capelli, apprezzare e rispettare di più la natura e la verità che c’è in me.
Non è facile cambiare ma si può se lo si vuole veramente.
Un tramonto estivo un cielo limpido sono spettacoli bellissimi che si vedono solo con occhi nuovi.
Ho scoperto di voler vivere, di amare la vita come non ho fatto mai finora.
Adesso riesco a capire un po’ di più le persone ad avere più rispetto per me e per gli altri.
Sto cambiando e sono cambiato e non ho più nessuna intenzione di fare gli errori di un tempo sempre più lontano.
Ma voglio migliorare ancora sempre di più, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno.

 

Giuliano 1994 Comunità Ai Rucc